Accademia Navale di Livorno – “Patria e Onore”, il motto della Marina Militare

Al sottoelencato dottore è conferita la nomina a Ufficiale di complemento del Corpo di Stato Maggiore con il grado di Sottotenente di Vascello“: questo è quanto recita il decreto di nomina del Ministro della Difesa Guido Crosetto.
Dopo un breve corso di formazione all’Accademia Navale di Livorno, il 19 Giugno 2025 ho prestato giuramento e sono orgogliosamente ora un Ufficiale della Marina Militare.

Riserva Selezionata

Da alcuni anni viviamo un momento storico sempre più confuso e delicato, ma che non lascia certo indifferenti. Ogni situazione di emergenza si può affrontare in vari modi: in maniera passiva, sperando che vada via da sola, o in maniera attiva, portando il proprio deciso contributo. E in questo ringrazio la Marina Militare per l’opportunità che offre.

È poco noto, ma la Marina Militare italiana rappresenta una potenza globale. Attualmente si colloca intorno al 10imo posto a livello mondiale, e in continua ascesa. In questo quadro va aggiunto il ruolo di Fincantieri, una eccellenza italiana che, oltre a costruire le nostre navi, ambisce a diventare “il” player di riferimento delle marine militari di tutto il mondo. Non è un caso che la US Navy abbia iniziato a comprare da Fincantieri. USA 🇺🇸 che comprano tecnologia, addirittura militare, dall’Italia 🇮🇹: non capita spesso.

Una potenza però si costruisce e, soprattutto, si sostiene nel tempo solo grazie alle persone. E in questo la Marina Militare italiana ha dimostrato enorme lungimiranza.
Il Regio Decreto 819 del 1932 (la cosiddetta legge Marconi) istituiva la “Riserva Selezionata“. Lo scopo? Permettere a professionisti del mondo civile di poter mettere le proprie competenze al servizio della Difesa dell’Italia. E partì tutto da Guglielmo Marconi, già Ufficiale della Marina Militare, che capiva come una Forza Armata per restare moderna e rilevante abbia bisogno del meglio che il mondo civile offre.
Per molto tempo, fino a 20-30 anni fa, la Riserva Selezionata era solamente appannaggio della Marina Militare. Oggi anche l’Esercito Italiano, l’Aeronautica Militare e l’Arma dei Carabinieri hanno una loro Riserva Selezionata.

Nuove Tecnologie

Come scrivevo su Repubblica più di 3 anni fa, le guerre oggi non si combattono solo su Terra, Mare e Aria. Si combattono anche sull’Informatica. Proprio in questi gioni il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito: “L’efficienza delle reti cyber conta oggi più di cento nuovi carri armati“. Affermazione giustissima, ma che deve fare i conti con la carenza in Italia di professionisti sia nella Cybersicurezza che nell’Intelligenza Artificiale.

Gli Americani hanno compreso assai bene il problema. La US Army (l’Esercito USA) ha creato una divisione speciale della loro Riserva, col nome di Detachment 201: Executive Innovation Corps, per guidare la trasformazione tecnologica all’interno dell’esercito americano.
E chi hanno reclutato col grado di Tenente Colonnello?

  • Il CTO (capo tecnologia) di Meta, Andrew “Boz” Bosworth
  • Il CPO (capo prodotto) di OpenAI, Kevin Weil
  • L’ex CRO (capo ricerca) di OpenAI, Bob McGrew
  • Il CTO (capo tecnologia) di Palantir, Shyam Sankar
Immagine tratta dal canale Instagram Evolving AI

Una cosa salta all’occhio. Con questa nuova divisione della Riserva, gli Stati Uniti stanno creando un nuovo Progetto Manhattan, quello che portò alla creazione della bomba atomica. Con la notevole differenza che all’epoca i membri del Progetto Manhattan erano quasi tutti grandi scienziati provenienti dal mondo accademico. Qui ora si tratta di pesi massimi provenienti dai più grandi colossi di tecnologia informatica, specialmente nell’Intelligenza Artificiale. Tra le altre cose, un’indicazione di come le università siano sempre meno rilevanti in questo settore rispetto all’industria.

Sia ben chiaro. Io personalmente disprezzo che l’ingegno umano sia usato per porre fine ad altri esseri umani.
Riconosco però che tantissime delle innovazioni scientifiche e scoperte tecnologiche siano nate grazie a una iniziale spinta militare. Dai prodigî dell’ingegneria civile romana (come il ponte sul Reno di Cesare) per arrivare allo sbarco sulla Luna o l’avvento di Internet.
E non rimango insensibile al fatto che, nolente o volente, se certe tecnologie diventano pervasive, è nell’interesse strategico nazionale dominarle invece che esserne a breve dominati.
«Si vis pacem, para bellum», come dicevano i Romani. “Se vuoi la pace, prepara la guerra”. Tenendo però sempre a mente le considerazioni umane del Comandante Salvatore Todaro: «Una civiltà vecchia di duemila anni impone agli Italiani doveri che altri popoli possono anche fare a meno di sentire».

Visita di Leva

A 18 anni, come tutti i maschi all’epoca, fui chiamato per la visita militare. Due giorni di controlli medici alla caserma di Chieti.

Per quanto breve, fu un’esperienza che porto sempre con me. In primis per motivi culturali. Il gruppo di ragazzi convocato alla visita spaziava dai primi della classe a scuola, a coetanei che invece la scuola l’avevano già abbandonata e ci spiegavano come era la loro vita a lavoro, ad altri che avevano problemi di comprensione del testo della prova psicologica (quella dei fiori e del fioraio, tanto per capirsi). Era la prima volta che mi trovavo in un ambiente così estremamente eterogeneo: mondo reale, di cui ignoravo fino ad allora tante sfaccettature, che mi è stato di aiuto nella mia crescita personale.

E sono anche grato per un motivo più intimo. Durante la visita militare, il dottore mi riscontrò il varicocele al testicolo sinistro. Una patologia non rara, ma di cui da 18enne in un mondo ancora analogico ignoravo l’esistenza. Il dottore mi disse che avrebbe potuto riformarmi: lo pregai di non farlo, e che mi sarei operato al più presto (cosa che poi feci). Non saprò mai il nome di quel dottore, ma sono personalmente riconoscente alla visita di leva per avermi diagnosticato un problema prima che fosse troppo tardi.

La leva obbligatoria è stata poi sospesa mentre studiavo all’università. Per come era organizzata all’epoca, capisco bene fosse tutt’altro che perfetta: 12 mesi erano eccessivi, e non credo riuscisse a valorizzare quelle competenze che anche un neo-laureato avrebbe potuto offrire. Però mi è sempre dispiaciuto non averci potuto dedicare una parte del mio tempo, e sono grato di avere una opportunità adesso.

Perché la Marina Militare?

È la domanda che un Ammiraglio mi fece per comprendere le mie motivazioni. Non ho dovuto neanche pensare per rispondere. Ho tre grandi Eroi da cui traggo ispirazione: Giuseppe Garibaldi, Cesare Battisti e Nazario Sauro.

Busto di Nazario Sauro – Accademia Navale di Livorno

Non mi fa per nulla piacere dirlo, ma l’Italia è un Paese che spesso solleva sugli scudi persone dubbie, e ancora più spesso rinnega o dimentica i propri Eroi. Se oggi chiedessi: “Sai chi era Nazario Sauro?”, so che nella grande maggioranza dei casi avrei come risposta uno sguardo vuoto.

Non ne faccio una colpa. Neanch’io lo imparai a scuola: fui però fortunato ad avere un prozio, catturato dagli Inglesi in Libia a Tobruk, che da bambino mi cantava “La Leggenda del Piave“. E volendone comprendere il testo, mi sono imbattuto nella storia di uno dei patrioti italiani più coraggiosi e idealisti di sempre.

Italiano istriano di Capodistria, suddito per nascita dell’Impero Austro-Ungarico, allo scoppio della Grande Guerra si trasferì in Italia arruolandosi nella Marina Militare italiana. Ufficiale di complemento, come me ora, Tenente di Vascello, che sapeva di andare incontro a morte certa. Per gli austriaci era un disertore e, come tale, impiccato se fosse stato catturato. Così come poi successe a Pola 99 anni fa.

Commuoventi e strazianti sono le due lettere testamento che, prima di partire in guerra, lasciò alla moglie Nina e al figlio Italo. Ne riporto brevi pezzi:

«Io muoio col solo dispiacere di privare i miei carissimi e buonissimi figli del loro amato padre, ma vi viene in aiuto la Patria che è il plurale di padre, e su questa patria, giura o Nino, e farai giurare ai tuoi fratelli quando avranno l’età per ben comprendere, che sarete sempre, ovunque e prima di tutto italiani!»

«[…] non mi resta a dir altro, che io muoio contento di aver fatto soltanto il mio dovere d’italiano. Siate pur felici, che la mia felicità è soltanto quella che gli italiani hanno saputo e voluto fare il loro dovere. Cara consorte, insegna ai nostri figli che il loro padre fu prima italiano, poi padre e poi uomo».

Nazario Sauro. Un simbolo dell’Italia, nelle parole e nei fatti, che non ebbe pace neanche da morto. Nel 1947 la sua tomba fu traslata da Pola a Venezia, tra gli ultimissimi viaggi di evacuazione del piroscafo Toscana per salvare i profughi istriani dalle violenze titine.

Quindi, perché la Marina Militare? Da Italiano, per me la risposta è ovvia.

XX Corso Riserva Selezionata

Non sono l’unico ad avere grande stima per la Storia della Marina Militare italiana. In questo che è stato Prometheus, il nome che abbiamo dato al XX Corso Riserva Selezionata della Marina Militare, ho conosciuto professionisti di alto spessore. Ma, soprattutto, persone con a cuore il futuro dell’Italia e disposte a sacrifici personali per la Patria.

Ed è poi vero che la fortuna aiuta gli audaci. Nella nostra prima uscita di vela, ci siamo imbattuti direttamente nell’Amerigo Vespucci che stava in quel momento partendo da Livorno per il suo ultimo viaggio a Genova. Evento già raro di suo e mai accaduto prima negli altri corsi della Riserva Selezionata, e di buon auspicio per il futuro.

All’arrembaggio dell’Amerigo Vespucci 🙂

Una scena di altri tempi, che a tratti ci ha fatto sentire di rivivere i “Pirati dei Caraibi”. E tra lezioni di ordinamento militare, storia navale, equitazione, poligono di tiro, marce interminabili e preparazioni al giuramento, i giorni sono anche passati goliardicamente tra citazioni di “Ufficiale e Gentiluomo” (“Mayo, voglio il tuo ritiro!“), “Full Metal Jacket” (inenarrabili 😅), colonne sonore alla “Top Gun” e dissertazioni su “One Piece” 🏴‍☠️.
Un po’ di sana leggerezza che ci ha fatto conoscere meglio e creato collaborazione e spirito di gruppo tra noi “fradicorso”.

Foto di gruppo – XX Corso Riserva Selezionata della Marina Militare

Ora siamo Ufficiali in congedo, pronti ad offrire la nostra disponibilità quando serva.

Un consiglio. Tra le figure che la Marina Militare cerca nella sua Riserva Selezionata spiccano quelle in campo medico e nella cybersicurezza. Che voi abbiate queste competenze, o altre che ritenete utili al progresso della Marina Militare, Esercito Italiano, Aeronautica Militare o Arma dei Carabinieri, il mio consiglio è quello di presentare domanda nella Riserva Selezionata.
So che non è facile conciliare la vita da professionista con gli impegni richiesti nel mondo militare per servire l’Italia. E non farlo, specialmente se si può ora nel momento del bisogno, per dirla alla Manzoni nel suo Marzo 1821, porta solo a rimpianti nel futuro.

               Che a’ suoi figli narrandole un giorno,
               dovrà dir sospirando: ‘Io non c’era’;
               che la santa vittrice bandiera
               salutata quel dì non avrà.

Siate invece attivi e orgogliosi del vostro contributo. E, intanto, buon vento! 🌬️

Giuramento del 19 Giugno 2025- Accademia Navale di Livorno

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