Sacrario di Redipuglia, davanti la tomba del Duca d’Aosta e in ricordo dei caduti per la Patria nella Grande Guerra.

Sono un neo Cavaliere della Repubblica Italiana 🇮🇹. Un turbinio di emozioni che faccio veramente fatica a descrivere, iniziato pochi giorni fa con una chiamata che mi comunica che “il Presidente della Repubblica le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana“.

Mi sono fermato un attimo a pensare a come fossi arrivato a questo punto. Perché di punti è costellata la nostra vita. Nel suo discorso a Stanford, Steve Jobs fu illuminante nell’esprimere questo concetto: “Non puoi unire i punti guardando avanti; puoi collegarli solo guardando indietro. Quindi devi avere fiducia che i punti in qualche modo si collegheranno nel tuo futuro” (“You can’t connect the dots looking forward; you can only connect them looking backward. So you have to trust that the dots will somehow connect in your future“).

E ragionandoci oggi, c’è un punto che per me è stato determinante. Ed è uno dei ricordi più nitidi che io abbia da bambino: quando mi imbattei in Giovanni Spadolini.

Venezia, Estate 1987

Avevo 7 anni, ed ero in gita a Venezia con i miei genitori e mia sorella. Sto camminando con mia madre in Piazza San Marco, quando tutto d’un tratto incrociamo quello per me sembrava un gigante con stuolo di uomini a seguito.
Che fa mia madre? Caccia un urlo di stupore e dice: “Ueeee, Spadolini!!!“.

Senza pensarci un picosecondo, mia madre lascia me (bambino di 7 anni) e mia sorella (5 anni) da Spadolini, e corre a richiamare mio padre che era rimasto indietro in altre faccende.

Entrambi i miei genitori tornano di corsa trafelati. La prima cosa che mia madre dice, carica di soddisfazione, è: “Dante, Dante (mio padre), ti presento Spadolini!“. Nel mentre, io e mia sorella – abbandonati da nostra madre – eravamo stati praticamente adottati da Spadolini e la sua scorta… 

Gente che lo ha conosciuto mi ha detto che Giovanni Spadolini era una persona dal carattere difficile. Io però ricordo invece molto bene il sorrisone che Spadolini fece allora, parecchio divertito da tutta questa scena assurda, e il buffetto che mi diede alla guancia.

La vita prende direzioni imperscrutabili. Per quanto di poco conto, questo fu un episodio che mi colpì molto da bimbetto che ero. Avevo appena incontrato una persona che appariva sempre in televisione e sui giornali, e che era stata molto gentile con la mia famiglia. 

Chiesi poi a mia madre chi fosse custu’. E lì sentii per la prima volta l’espressione Presidente del Consiglio, e appresi cosa volessero dire i concetti Governo e Parlamento.

Da quel momento, ogni volta che Spadolini appariva sui giornali, io mi mettevo a leggere cosa avesse detto e fatto. E sono certo che il mio amore per la Patria e il nostro Risorgimento sia nato proprio dalla passione che Spadolini aveva, e che comunicava apertamente assieme a Craxi.
Pensandoci ora a decenni di distanza, per me che amo gli anime giapponesi, in quel buffetto che lui mi diede ci ho rivisto un po’ del passaggio di Volontà di One Piece. È incredibile l’influenza che i giganti ti possono lasciare.

Non sono purtroppo molte le occasioni ma, quando sono a Firenze e ho bisogno di riflettere, mi piace dare un saluto alla tomba di Giovanni Spadolini. “UN ITALIANO”: le parole semplicemente profonde che vi sono incise su dei fogli di marmo.

Teramo, Aprile 2024

Quando entrai in INPS, al tempo come Responsabile della Struttura Tecnica per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale, rilasciai questa intervista a EconomyUp. Lì esordii dichiarando “Quando la Patria chiama, io non mi tiro indietro“: purtroppo alcuni dei commenti che ricevetti non furono esattamente esaltanti.

Io non so quando parlare di Patria sia diventato controverso. Patria letteralmente significa “Terra dei Padri”: devi avere un animo vuoto dentro per non amarla.
Io ho sempre ammirato chi invece la vita l’ha dedicata all’Italia per unirla fisicamente (Giuseppe Garibaldi, Cesare Battisti, Nazario Sauro), per svilupparla economicamente (Enrico Mattei e i tanti imprenditori eroici del dopoguerra), per evolverla moralmente (Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) o per proteggerne gli indifesi (Salvo D’Acquisto).
Così come ho immensa stima per chi nel mondo, come Benazir Bhutto o George Weah, ha fatto di tutto per ricostruire la propria Patria anche quando poteva dedicarsi a trastulli altrove.

Non sono stati anni facili questi per me di rientro in Italia. Ho avuto sì l’onore di conoscere e di lavorare con persone grandiose, con tanti uomini e donne di buona volontà. Di questo ne sono immensamente grato. Ma, a momenti di successi e di importanti innovazioni, si sono succeduti momenti di sconforto e di dubbi: davvero vale la pena lottare?

Sono tornato da poco da una visita a San Francisco, invitato dal Console a un evento strepitoso che hanno tenuto nei loro uffici per promuovere in Silicon Valley le startup italiane di Intelligenza Artificiale. La mia vita professionale si è formata lì, ed è difficile rimanere impassibili alle sirene di un posto dove puoi facilmente costruire un futuro. Un futuro però a stelle e strisce 🇺🇸.

E in una fase di profonda incertezza mi arriva questa bellissima onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana. Un po’ come nel racconto di Tito Livio, voglio interpretare tutto ciò come di buon auspicio per un futuro tricolore 🇮🇹.

Mi auguro poi che queste onorificenze siano sempre più parte integrante del cursus honorum di uomini e donne dediti al nostro Paese: persone che combattono per portare progresso sociale, economico e culturale, e che siano ben più giovani di me. Sono loro il futuro dell’Italia, e va dato loro tutto il sostegno possibile.

Intanto, ci tengo a ringraziare di cuore la Provincia di Teramo per aver segnalato il mio nome, e il Presidente Sergio Mattarella per il grande onore ricevuto. E di nuovo grazie Giovanni Spadolini: tutto partì da te.

Hic manebo optime“. Sono qui per restare, più determinato che mai.

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