Orazio fu un grande poeta di Roma antica. Nella conclusione delle sue Odi, scrisse con orgoglio: «Exegi monumentum aere perennius» (“ho eretto [coi miei poemi] un monumento più duraturo del bronzo”). Aveva ragione: gli scritti di Orazio e le sue frasi (“carpe diem“) ci sono in qualche modo arrivate attraverso due millenni, mentre la stragrande maggioranza di statue in bronzo dell’antichità è andata persa. Distrutte dai barbari, fuse per recuperare materiali e fare armi, o semplicemente dimenticate.
Così come ai tempi finali di Roma antica, è triste osservare oggi il declino della cultura americana: quella cultura che un tempo era il faro del mondo libero. Ne avevo notato i sintomi da molto tempo, ma mai mi sarei immaginato un’accelerazione simile.