«Non aspettare Godot. E cura i tuoi pensieri. Quello che pensiamo, diventiamo»

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Questa mia lettera aperta a un giovane è stata pubblicata su Millionaire di Marzo 2021.
Versione in inglese qui.

NON TUTTI I GIORNI SONO UGUALI.
Me ne resi conto in una fresca notte d’estate di 9 anni fa a San Francisco, quando mi svegliai confusamente all’ospedale. Commozione cerebrale e un ginocchio a pezzi. E quelle parole del medico: “Sospettiamo una lesione spinale”. Poche ore prima stavo felicemente tornando a casa in sella alla mia 883 e ora mi si diceva che rischiavo la paralisi. Poco importa che la colpa non fosse mia e che una macchina mi aveva travolto senza vedermi. La nuova realtà era che forse non avrei potuto più camminare.

Tu che mi stai leggendo, ti chiederai perché ho iniziato con questo racconto di vita? Perché, per quanto possa sembrare banale, non dare mai per scontato che quello che puoi fare oggi potrai farlo anche domani. Non aspettare Godot. Ti piace quella ragazza? Chiedile di uscire. Vuoi vedere l’America? Prendi l’aereo e vai. Odî il tuo lavoro? Lascialo, o addirittura crea tu la tua impresa.

Chi va piano va sano e va lontano” è probabilmente il proverbio più deleterio della cultura popolare italiana.
Io andavo piano in moto, eppure il mio percorso si sarebbe fermato in quell’incrocio tra Van Ness e Clay. E non mi stancherò mai di dirtelo: se davvero desideri qualcosa, lavora costantemente per arrivarci ora che puoi. Magari alla fine la ragazza che ti piace ti dirà di no, magari l’America non sarà il posto leggendario che immaginavi, magari il tuo nuovo lavoro non soddisferà le tue aspettative.
Ma poco importa. Succederà che non avrai più rimpianti nel futuro: non ti domanderai più nella tua testa: “Che cosa sarebbe successo nella mia vita se avessi fatto questo?”. E sarai intanto cresciuto, e molto, sia in esperienza sia in autostima.

Ogni tanto riguardo indietro.
Da ragazzo non avrei mai immaginato che avrei creato imprese, o che avrei avuto l’onore di modernizzare l’INPS. E mi rendo conto di come sia stato un processo graduale, di crescita costante, uscendo senza paure dalle proprie facili abitudini.
In terza liceo ero timido, mi candidai come rappresentante di classe: non presi alcun voto. Avrei potuto finirla là, sommerso nell’imbarazzo. Invece riprovai l’anno dopo e fui eletto. Sono queste le cose che rendono i sogni realtà. Risolvi all’università quel problema a cui nessuno ha risposto, fai notare al prof che le slide che mostra da 15 anni nei suoi corsi contengono un errore, trasformi in pochi mesi l’infrastruttura tecnologica di uno dei maggiori colossi informatici al mondo.
Sono stati per me tasselli sempre più grandi che mi hanno portato a prendere sempre più fiducia e capire che, alla fine i limiti a cosa possiamo diventare esistono unicamente nella propria testa.

Ed è questo che ti invito a fare. Sei giovane. Quindi vola alto e con coraggio. Potrai fallire in qualcosa, anzi, sicuramente fallirai in qualcosa. È normalissimo e sai cosa? Scoprirai che avrai intanto accumulato un vero tesoro: ossia l’esperienza a cui attingerai la prossima volta per un risultato migliore. Non temere le critiche, anche perché sai chi sono quelli che non sbagliano mai? Sono quelli che neanche ci provano, sono quelli che sono paralizzati di fronte alle scelte: gli “ignavi“, per dirla alla Dante. E tu non esser come loro.
Nel film “The Iron Lady”, un’anziana Margaret Thatcher fa questa considerazione:
«Cura i tuoi pensieri, perché diventeranno parole. Cura le tue parole, perché diventeranno azioni. Cura le tue azioni, perché diventeranno abitudini. Cura le tue abitudini, perché diventeranno carattere. E cura il tuo carattere, perché diventerà il tuo destino».
Quello che pensiamo, diventiamo.

E diffida dal latinorum di gente chiusa unicamente nel proprio pensatoio. Imparerai che la formazione personale non viene esclusivamente da capolavori come “I Promessi Sposi” o “Guerra e Pace”, ma anche da grandi epiche di manga come “L’Attacco dei Giganti”, dalla comprensione della finanza, dallo sport.
Capirai che alla base della vera cultura c’è il fare. Quindi, sporcati le mani e impara senza paure a priori di sbagliare. Metti continuamente in pratica quello che hai appreso. Così comprenderai anche meglio quali siano le tue vere passioni.

Sarà facile? Sicuramente no. Sarà tremendamente difficile. Ma quando dedichi la tua vita a qualcosa che ami, la fatica l’avvertirai meno. E sarà una vita che sarà valsa la pena aver vissuto. Quando a 85 anni, ti guarderai indietro e penserai: ho fatto tutto quello che volevo? Fa’ sì che la risposta sia assolutamente positiva.

P.S.
Grazie Eleonora Chioda per aver incluso questa mia lettera aperta a un giovane nel numero speciale di Millionaire di Marzo 2021.

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