«E̶x̶e̶g̶i̶ destruxi monumentum aere perennius»: i nuovi barbari e il crepuscolo della cultura USA
Orazio fu un grande poeta di Roma antica. Nella conclusione delle sue Odi, scrisse con orgoglio: «Exegi monumentum aere perennius» (“ho eretto [coi miei poemi] un monumento più duraturo del bronzo”). Aveva ragione: gli scritti di Orazio e le sue frasi (“carpe diem“) ci sono in qualche modo arrivate attraverso due millenni, mentre la stragrande maggioranza di statue in bronzo dell’antichità è andata persa. Distrutte dai barbari, fuse per recuperare materiali e fare armi, o semplicemente dimenticate.
Così come ai tempi finali di Roma antica, è triste osservare oggi il declino della cultura americana: quella cultura che un tempo era il faro del mondo libero. Ne avevo notato i sintomi da molto tempo, ma mai mi sarei immaginato un’accelerazione simile.
Chi era costui?
C’è una scultura che personalmente adoro: il “Pugile in riposo”. È una rarissima statua in bronzo che è sopravvissuta nel tempo. Mentre i Bronzi di Riace (fenomenali) sono stati fortunatamente preservati dal mare dopo un naufragio, questa statua di un pugile fu volutamente nascosta, con cura, da qualcuno sotto il Quirinale.
Non sappiamo nulla di questa statua. Non sappiamo la sua storia, non sappiamo né chi l’ha creata né chi raffigura. Ma due cose le sappiamo:
- Sappiamo che è Arte allo stato puro. Non bisogna essere un esperto per apprezzare l’estetica, i minimi dettagli nel sangue e ferite, e la sofferenza che esprime
- Sappiamo che, a un certo punto della Storia, è stata giudicata o a rischio razzie barbariche, o eretica nel raffigurare una persona caduta in disgrazia, o quantomeno inopportuna (forse ricordava princìpî aggressivi di Roma antica, malvisti nella filosofia cristiana emergente). Non sapremo mai la verità. Fatto sta che sarebbe andata distrutta. Ma, fortunatamente per noi uomini di oggi, il suo possessore la nascose.
Il messaggio che quella statua voleva dire si è perduto irrecuperabilmente nel tempo, e con esso anche una parte della nostra Cultura.
San Francisco, 18 Giugno 2020
Hanno appena rimosso la statua di Cristoforo Colombo davanti alla Coit Tower, che si ergeva sulla collina più affascinante di San Francisco.
Una bella statua, fatta per onorare il coraggio, determinazione e volontà di perseguire le proprie intuizioni anche a costo della propria vita.
Una bella statua, donata alla città di San Francisco dalla città di Genova e dalla comunità italo-americana. E celebrata nella sua inaugurazione da Giovanni Gronchi, Presidente della Repubblica Italiana.
La storia di Cristoforo Colombo, di come dovette combattere contro i tanti soloni eruditi dell’epoca, di come non trovò supporto da Genova, né soprattutto dal Portogallo, di come lottò per farsi ascoltare in Spagna anche a costo di rovinarsi economicamente, di come alla fine riuscì a farsi dare 3 bagnarole (queste effettivamente erano le caravelle) e di come le usò per attraversare l’ignoto di un intero Oceano, è un qualcosa che ha della “pazzia”. La pazzia di quelle poche persone che cambiano il mondo. La stessa pazzia che, oltre 500 anni dopo, Steve Jobs decantò a Stanford col suo memorabile “Stay hungry, stay foolish“: non smettere mai di essere curiosi, non smettere mai di essere ribelli.
Cristoforo Colombo è l’impersonificazione dello spirito americano, e in aggiunta più che perfetto nel mondo pionieristico delle startup di San Francisco.
Negli Stati Uniti Cristoforo Colombo è stato poi l’eroe degli immigrati Italiani. Gente di seconda, se non terza classe, di lavori umili ma onesti come mio nonno in miniera di carbone, che vedeva in Colombo l’espressione dell’ingegno italiano, niente affatto secondo a quello degli americani WASP. Un simbolo di ispirazione e di futuro riscatto. E un modo per abbattere i pregiudizi contro gli italo-americani. Beh, alla fine è stata invece la statua di Cristoforo Colombo ad essere abbattuta.
Cosa vuol dire abbattere Cristoforo Colombo?
Le mie sono opinioni strettamente personali, e ci tengo a ribadirlo. Da cittadino americano, abbattere la statua di Cristoforo Colombo è per me è un’azione peggiore e pure più codarda che non bruciare la bandiera americana. Sia per tutto il carico di Storia che Colombo porta dietro, sia per l’essenza dello spirito di avventura e conquista americano (la Nuova Frontiera di Kennedy), sia per il tributo alla costruzione degli Stati Uniti d’America da parte degli immigrati italiani.
Cos’altro vuol dire abbattere Cristoforo Colombo? Vuol dire che la comunità italiana (o quel che ne rimane) in USA ormai è solo una nota di folklore senza sostanza. A che servono organizzazioni come NIAF e OSIA? Io pensavo che fossero qualcosa di più che circoli di networking con la scusa di un cognome italianeggiante. Mi sbagliavo.
Cos’altro vuol dire abbattere Cristoforo Colombo? Vuol dire che l’Italia non conta nulla a livello internazionale. A che servono gli Istituti Italiani di Cultura all’estero se non muovono un dito per difendere la nostra storia e cultura? Certo, gli Americani possono fare quel che vogliono con le loro statue, e se le considerano violente è assolutamente loro diritto toglierle.
È altresì diritto del popolo italiano esigere la rimozione di basi militari americane dal suolo italiano: basi da cui sono partite numerose azioni omicide, di cui la più nota (e che ancora grida vendetta) è la strage del Cermis (grazie ancora Massimo D’Alema per la codardia) se non forse la strage di Ustica di cui ricorrono ora i 40 anni.
Cos’altro vuol dire abbattere Cristoforo Colombo? È vigliaccheria. È facile prendersela con un simbolo ormai non difeso da nessuno, perché la comunità di appartenenza è sparita. Vuol dire comportarsi un po’ come i conquistadores che, dopo averne ucciso gli intellettuali, annichilirono le civiltà indigene americane abbattendone i loro simboli e scritture.
Secondo la scuola di pensiero neo-talebana dominante adesso, dovrebbero invece essere ben altri i monumenti da radere al suolo con assoluta urgenza. In primis il Pantheon di Thomas Jefferson a Washington, o le facce dei Presidenti del Monte Rushmore.
Nessuna delle persone raffigurate, nel lungo corso della propria vita, fu un Santo: hanno tutti avuto comportamenti assai riprovevoli se giudicati con gli occhi di oggi. Ma è più facile prendersela con uno straniero (Cristoforo Colombo) che non con un Padre della Patria.
La vera risposta
Quando ho visitato il Monte Rushmore faticavo a crederci. Non per l’imponenza delle facce scolpite sulla roccia (guardate sopra: artisticamente fantastiche). Ma per il fatto che fossero state fatte in un territorio sacro a nativi americani (gli indiani come si diceva una volta), quasi a rimarcare la loro sconfitta totale da parte dei conquistatori. I nativi americani avrebbero tutto il diritto di chiederne la distruzione. Ma non l’hanno fatto.
Volete sapere come si sfida il Monte Rushmore? Non con la dinamite, ma onorando Cavallo Pazzo, condottiero del popolo Lakota che sconfisse Custer a Little Big Horn. È così che i nativi americani hanno risposto all’offesa. Un monumento a fianco quello del Monte Rushmore, scolpito anch’esso nella roccia, nei piani ancora più colossale e in opposizione a quei Presidenti che hanno annientato il popolo dei nativi americani.
Costruire è certo più faticoso, dannatamente più faticoso, che non distruggere: ma volete mettere il risultato finale? Il pensiero critico che fa emergere a chi osserva, la Storia e il messaggio che si comunica quando si comparano i due grandi monumenti?
Volete sapere come si sfida la statua di Cristoforo Colombo, se proprio lo si dipinge come oppressore dei nativi americani? Creando monumenti a ricordo dei massacri poco conosciuti e perpetrati di continuo dai conquistatori americani, come – se facciamo l’esempio della California – il genocidio di Round Valley fatto a Mendocino dai coloni americani.
Volete sapere come ci si comporta con le statue, anche quelle più controverse se re-interpretate agli occhi di oggi? Si possono prendere suggerimenti dall’Ucraina.
Una delle esperienze più incredibili che ho fatto nei miei viaggi nel mondo è stata scorgere dal nulla questa gigantesca statua sovietica che sovrasta Kiev con lo stemma della falce e martello.
Una statua di enorme potenza, in un Paese (l’Ucraina) addirittura de facto in guerra oggi con la Russia. Rimuoverla cambierebbe la situazione odierna? No. Rimuoverla cambierebbe la Storia della Seconda Guerra Mondiale, e i motivi per chi è stata posta? No.
Sono certo che in Ucraina la questione di questa statua sia assai sentita. Ma è lì. Rimuoverla farebbe invece solo dimenticare il motivo per cui fu creata, e mettere nell’oblio non solo il dramma dell’occupazione tedesca, ma anche e soprattutto quella sovietica in Ucraina.
«Quando un popolo non ha più senso vitale del suo passato si spegne» – Cesare Pavese
Gli Stati Uniti d’America stanno rapidamente perdendo questa vitalità, e personalmente sono davvero rattristito per questo regresso culturale. E mi fa paura l’emergere in occidente di ideologie che si nutrono di violenza e di Assoluti. Specialmente poi in un periodo in cui nel resto del mondo ideologie totalitarie stanno avanzando, sarebbe stato bello avere un faro di luce dall’America.
Continuo poi a ripensare a Cristoforo Colombo. Lui è stata l’unica persona nella Storia la cui impresa segna effettivamente la fine di un’epoca: chiude il Medioevo e apre la Storia Moderna. Abbattere Cristoforo Colombo ha un forte significato simbolico opposto: certifica l’involuzione culturale di un popolo e un ritorno al dogmatismo medievale.
A questo punto ho solo un augurio. Se gli USA si sono fatti ammaliare dal neo-talebanismo, spero che altre civiltà nel mondo ne siano immuni e che raccolgano il testimone di guida culturale che gli USA han lasciato cadere. E che soprattutto maturino in fretta.
Mettiamola in ginocchio la STATUA DELLA LIBERTÀ . Mettiamo le ali alla statua di CRISTOFORO COLOMBO così può volare a Genova
Carissimo Vincenzo,
Sono perfettamente d’accordo con te.
Colombo è il simbolo dell’intraprendenza italiana che va oltre gli oceani.
D’altronde siamo stati un popolo di navigatori di scopritori.
Mi viene in mente il monumento di un altro grande italiano, Italo Balbo a Chicago.
Che spero sia stata preservata.
Vincenzo, di solito condivido le argomentazioni dei tuoi post. Per esempio quello in cui criticavi i toni trionfalistici della stampa italiana rispetto alle posizioni delle università italiane all’interno di graduatorie internazionali. Purtroppo non condivido le argomentazioni di quest’ultimo post. Ci sarebbero diversi punti su cui mi piacerebbe risponderti at length, ma risponderò solo ad un paio.
Citi Pavese. Secondo me invece, l’essenza del problema è diametralmente opposta a quella che sostieni tu. L’America, non avendo mai seriamente confrontato gli atroci drammi su cui si basa la sua nascita e si sviluppa la sua storia, manca oggi della vitalità sociale necessaria alla realizzazione di un società giusta e sana per tutti i suoi componenti. Le statue di generali sudisti, che si batterono per preservare la schiavitù, sono un costante richiamo alla disumanizzazione degli afro-americani e al respingimento dei loro diritti umani e civili. È ora che queste statue, insieme ad altri simboli, come la bandiera dello stato del Mississipi, vengano rimosse.
Rimuovere questi simboli, non significa dimenticare la storia… due cose molto diverse. Rimuovere le statue, non è per nulla comportarsi come i conquistadores che ha ucciso migliaia di persone.
Quello che tu proponi come soluzione, non ha senso IMHO. Come ti sentiresti se in Piazza Duomo a Milano vi fosse una statua di Mussolini e/o Hitler in atteggiamenti trionfalistici (come lo sono le statue dei generali sudisti) e la tua famiglia fosse stata sterminata in un lager… in base a quello che suggerisci, basterebbe piazzare li una statua che rappresenti la Resistenza per annullare il dolore che la statua dell’oppressore continuerebbe a suscitare nei discendenti degli oppressi e in coloro che a tutt’oggi, per gli effetti di quelle becere teorie, ne sono ancora oppressi.
Veniamo alla figura di Cristoforo Colombo. E` partito per raggiungere le Indie e per sbaglio si e` imbattuto nel continente Americano. Una terra già abitata, quindi “scoprendo” ben poco. Avendo promesso oro e spezie agli “investors” spagnoli e avendone come ritorno il 10%, la sua preoccupazione principale fu subito quella di ripagare il debito e arricchirsi. Nel suo secondo viaggio, avendo promesso mari e monti, torna con 17 navi nell’odierna Haiti macchiandosi di crimini orribili alla ricerca di quell’oro. Si stima che le popolazioni indigene da più di 250.000, in 20 anni furono ridotte a più o meno 50.000 nell’isola di Haiti. Quindi celebrare “l’Italianità” con Colombo è secondo me estremamente riduttivo per noi italiani… good riddance! La rosa è folta, mettiamo un Leonardo, un Raffaello o un Dante invece di Colombo… Ti invito anche ad informati sulle origini del Columbus Day e come sia legato al linciaggio di 11 italiano-americani a New Orleans nel 1891.
Sul rimuovere le basi americane in Italia, se ne potrebbe parlare… ma con alcuni dei politici che fanno l’occhiolino a Putin, forse sarebbe il caso di costruirne qualcuna in più. Essendo incapaci di essere liberi, meglio non liberi con un paio di basi americane che con l’appoggio russo… se mi permetti ;-).
Concludo invitandoti ad esaminare la rimozione della statua di Colombo solamente come un effetto collaterale, a mia vista trascurabile, di quello che si spera sia il primo passo verso una rinascita morale (awakening) e una rilettura storica più onesta del passato di questo paese. Mentre tu in questo evento vedi un possibile decadimento culturale, io vedo (e spero che sia) il primo passo verso un’inarrestabile rinascita per la costruzione di un paese più giusto.
Scritto bene, senz’altro, con riferimenti alla storia di noi colonizzatori e distruttori di culture altrui.
Perché questo è ciò di cui si tratta. La statua di Cristoforo Colombo sarebbe il simbolo dello spirito intraprendente e di perseveranza degli italiani *in suolo italiano*, non in suolo americano, e tanto meno in suolo Nativo Americano.
Come italiana, anche a me è stato difficile riconciliare il mio orgoglio di patria con la rimozione della statua di un italiano. Ma ho dovuto alla fine ammettere che una statua di Cristoforo Colombo a San Francisco non ha senso. I valori da esaltare non sono la colonizzazione, la vittoria, la conquista del territorio. Siamo in un’era diversa. Ciò che dovremmo celebrare è la collaborazione, il rispetto, la consapevolezza, il superamento degli ostacoli, il miglioramento della società e dell’umanità. Per cui, un monumento dovrebbe celebrare un imprenditore o una scienziata, insomma qualcuno che ha contribuito in maniera *positiva* alla formazione di cultura, comunità e umanità, senza prevaricazione e distruzione di altre comunità e culture.
Per cui magari Colombo avrebbe funzionato come navigatore, invece che colonizzatore, ma sfortunatamente nel suo caso, le due attività non possono essere separate.
E per favore non facciamo paragoni con le reazioni dei nativi americani al monte Rushmore, perché ovviamente il loro percorso come popolo vinto e soggiogato a tutt’oggi, preclude una reazione significante, purtroppo. Ma noi dobbiamo essere più onesti degli Anglos, e non affiancarci con loro nelle loro smanie di vincitori e conquistatori. Perché la storia del mondo nel 2020 non punta alla colonizzazione di altre culture come a un fattore benefico nella storia delle civilizzazioni attraverso i secoli.
La relazione tra colonizzati e colonizzatori è sempre sbilanciata, e mai positiva se non economicamente, ed unicamente, per i colonizzatori. Un’ottica tremendamente retrograda e riduttiva al giorno d’oggi. Riguardiamo il concetto con un’ottica più larga e più informata, includendo teorie sull’ambiente, la diversità, e la correttezza.