Mia intervista rilasciata l’Ottobre 2022 a “Il Previdente”, mensile dei lavoratori INPS a cura della CISL. Link diretto qui.
In foto, i dirigenti INPS della Struttura Tecnica per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale da me guidata: Anna Chiara Piacenti, Emanuele Colini, io, Giacomo Grassi, Pierpaolo Bonanni.

Iniziamo da una frase a effetto che le dovrebbe piacere: Da un grande potere derivano grandi responsabilità. È cosi? Sente il peso della responsabilità?

Spero possiamo darci del tu, alla maniera degli americani e degli antichi Romani 😊 E grazie per questa citazione di Stan Lee, che fa pronunciare queste parole allo zio dell’Uomo Ragno.

È vero. Da un grande potere derivano grandi responsabilità. E questo è esponenzialmente più vero all’interno della Pubblica Amministrazione, dove ogni azione intrapresa può e deve mirare a fornire il massimo beneficio per il cittadino.

Mi chiedi se è pesante. Come può mai essere pesante lavorare per essere di sostegno al proprio Paese, specialmente in un momento così critico? Pesante è stato invece aver visto centinaia di domande di Cassa Integrazione al giorno in una singola sede. L’ho detto più volte: dietro ogni singola riga sullo schermo relativa ad una pratica, c’è un’azienda che chiede la Cassa Integrazione per i propri dipendenti, c’è un imprenditore che teme di aver fallito come persona e come professionista, c’è un padre e una madre che hanno bisogno di quei soldi per la propria famiglia. Pesante sarebbe non poter aiutare.

E per questo ringrazio l’INPS. Mi ha dato la possibilità di mettere la mia esperienza al servizio dell’Italia e di avere un impatto tangibile, come ad esempio nella creazione della piattaforma semplificata per la Cassa Integrazione Covid.

Pesante? Tutt’altro. È glorioso lavorare nella Pubblica Amministrazione.

Possiamo aggiungere “And so a legend is born?” Mi riferisco al fatto che altre menti brillanti potrebbero guardare al pubblico in maniera “filantropica”, per il bene comune?

Più che un qualcosa di nuovo che nasce, penso sia più corretto dire che si stanno riallacciando i fili di un fenomeno virtuoso che ha fatto veramente grande l’Italia. Penso a Quintino Sella e ammiro Enrico Mattei. Sono persone che hanno maturato competenze nel settore privato, e le hanno poi messe a disposizione dell’Italia nel settore pubblico. Non è un caso che il primo sia stato l’unico a raggiungere il pareggio di bilancio nella Storia d’Italia, e che il secondo sia stato l’artefice della riscossa energetica dell’Italia.

Ci sono tanti altri esempi, ma purtroppo spesso distanti nel tempo. È vero che da fuori l’immagine della Pubblica Amministrazione è molto appannata, “uncool“. Ma è anche vero che sono tanti i professionisti che vorrebbero aiutarla, ma sono incapacitati a farlo per via di procedure legali della Pubblica Amministrazione anacronistiche in materia di assunzioni e collaborazioni. Ci sono eccezioni, ad esempio i cosiddetti “19 comma 6” come me. Queste dovrebbero però trasformarsi in un qualcosa di meno “eccezionale”, in modo da innescare un processo virtuoso e fecondo di competenze tra pubblico e privato.

Io lo vedo nella mia personale esperienza. Sono tanti i professionisti che, non potendo servire direttamente la Pubblica Amministrazione, ci tengono a dare a me consigli relativi alla propria esperienza in modo da supportare la Pubblica Amministrazione anche se indirettamente.
E c’è un desiderio ardente che accomuna queste persone. Per capirlo basta porre loro questa domanda: “preferisci lavorare per accumulare milioni di euro, o preferisci lavorare per aiutare milioni di tuoi connazionali?”. Ti garantisco che è alto il numero di quelli non hanno esitazioni nel dare la risposta giusta: sono queste le persone che farebbero fare un salto quantico alla Pubblica Amministrazione e con essa all’Italia.

Perché una persona come lei ha accettato un ruolo nella pubblica amministrazione, sicuramente meno redditizio di altre sue operazioni.

Il 1 Aprile 2020 il sito INPS ebbe gravi problemi tecnici e non fu in grado di soddisfare le richieste dei cittadini riguardanti il bonus Covid. 600 euro che erano ossigeno per molti in un momento assai cupo per l’Italia. Allora sul mio blog personale criticai molto aspramente l’INPS. Perché? Io sono un figlio della Pubblica Amministrazione. Mia madre ha lavorato per 34 anni al Telegrafo e allo sportello di Poste; mio padre anni 33 anni all’anagrafe del Comune di Teramo. La Pubblica Amministrazione mi ha consentito una bellissima infanzia e di crescere sano, e di questo ne sono molto grato. E fu per questo che fui furioso il 1 Aprile 2020 nel vedere l’INPS discostarsi da quell’ideale che avevo della Pubblica Amministrazione.

Ho riconosciuto però che l’INPS voleva evolvere, non a parole ma nei fatti. Come? Purtroppo spesso in Italia, a seguito di incidenti, si adotta invece la “strategia” di far passare del tempo in modo da appannare il ricordo del problema anziché risolverlo alla radice. L’INPS non fu così, e invece decise di intervenire energicamente. Meno di due mesi dopo l’incidente l’INPS indisse un bando per assumere un responsabile a capo della neonata Struttura Tecnica per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale. Non solo: per diffondere meglio il messaggio ed ampliare la rosa dei candidati, per la prima volta l’INPS pubblicò questo bando anche su LinkedIn. Assolutamente encomiabile.

Sarebbe stato da vigliacchi criticare l’INPS come feci all’inizio, per poi voltare le spalle di fronte a una richiesta di aiuto in competenze che possiedo bene. Preferisco portare soluzioni: risposi quindi al bando, assai scettico però sul fatto che il mio profilo professionale sarebbe stato compreso. Fortunatamente mi sbagliavo su questo, e infatti alla fine fui scelto.

Non potevo non accettare. Come ho detto sopra, da bambino e da ragazzo io avuto tanto dall’Italia. Questo è finalmente il mio modo per ripagare con gli interessi il debito di riconoscenza che ho verso il mio Paese.

L’Intelligenza Artificiale sicuramente è pensata in ottica proattiva verso l’interpretazione predittiva delle istanze degli utenti, per facilitare la relazione fra le persone e la pubblica amministrazione. Che altri sviluppi ci possiamo aspettare?

Negli ultimi 5 anni nel mondo si sono compiuti progressi esponenziali nel campo dell’Intelligenza Artificiale. I “Transformers”, nuovi modelli di Machine Learning basati su reti neurali, hanno mostrato risultati stupefacenti se applicati a casi d’uso come gli assistenti virtuali, la generazione automatica di applicazioni web, le traduzioni linguistiche se non addirittura la creazione di letteratura difficile da distinguere da quella umana. E sono proprio le attività ad alto contenuto creativo, fino ad oggi appannaggio esclusivo degli esseri umani, quelle in cui queste evoluzioni sono sempre più palesi. Ad esempio, proprio nelle ultime settimane immagini digitali create tramite Intelligenza Artificiale hanno iniziato a ricevere premi in competizioni artistiche.

In INPS stiamo usando il meglio di queste tecnologie moderne e le stiamo applicando in particolare in due ambiti:

  • Personalizzazione e proattività dei servizi
  • Automazione dei processi

Il primo ambito fa leva sul grande patrimonio informativo dell’INPS: sia per personalizzare l’esperienza ed evidenziare i servizi più pertinenti per l’utente, sia per comunicare proattivamente al cittadino di beneficî o prestazioni di cui ha diritto. Un esempio è il consulente digitale delle pensioni, un servizio rilasciato quest’anno con cui l’INPS notifica proattivamente chi ha diritto ad integrazioni del proprio trattamento.

Il secondo ambito consente la riduzione delle azioni ripetitive e aumenta la velocità di esecuzione dei processi. Ad esempio, in INPS stiamo sperimentando soluzioni di Intelligenza Artificiale per analizzare documenti di natura legale come atti e circolari in modo da semplificarne la gestione.
Un altro esempio, in progressivo rilascio in varie città, riguarda la classificazione automatica delle PEC inviate dal cittadino verso l’INPS. La piattaforma innovativa che abbiamo creato si basa su un motore di Machine Learning in grado di comprendere autonomamente il tema su cui il cittadino ha bisogno di assistenza, e dirotta automaticamente la PEC verso il funzionario INPS meglio specializzato nel rispondere all’argomento. I vantaggi sono molteplici: da un lato l’operatore INPS, che prima aveva il compito manuale di leggere ogni PEC e smistarla, ha ora tempo per dedicarsi ad attività meno ripetitive e a maggior valore aggiunto verso il cittadino; dall’altro il cittadino stesso, che vede abbattersi i tempi di comunicazione e risposta verso l’INPS e un innalzamento della qualità del servizio.

Lo scorso Dicembre questa piattaforma è stata premiata dal centro di ricerca internazionale dell’UNESCO nella Top 10 mondiale dei progetti che supportano i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ONU tramite utilizzo avanzato di Intelligenza Artificiale. Più che come INPS, la cosa ci rende fieri come Italiani, in quanto abbiamo dimostrato che anche in Italia siamo in grado di costruire soluzioni di avanguardia tecnologica.

In foto: brevetti internazionali, riconoscimenti e alcuni premi ricevuti nella mia carriera professionale. Al centro quello di Intelligenza Artificiale del centro di ricerca internazionale UNESCO per INPS.

A proposito di INPS premiato nella top 10 mondiale per un progetto nel Machine Learning. Sono passati lustri da quando l’istituto era all’avanguardia in campo tecnologico. Immagino la fatica dietro al risultato, ma la soddisfazione la ha appagata?

Come ho detto l’orgoglio in quello che stiamo facendo è tanto. E ci tengo a sottolineare che non è certo il lavoro di un’unica persona, bensì è un lavoro corale che coinvolge squadre e direzioni diverse, oltre alle giuste collaborazioni con partner esterni.

I premi in sé però servono a poco. Quello che invece conta, e tanto, è che il nostro lavoro sia di concreto beneficio per i cittadini. A volte per questo sono sufficienti attività basate su tecnologie sì moderne ma standard, come bugs.inps.it, il sito di segnalazione tecnica bugs che abbiamo lanciato un anno fa. Altre volte invece, come nel caso della classificazione automatica delle PEC, ci si deve equipaggiare con l’equivalente informatico di un bazooka ed essere in grado di usarlo accuratamente per aprire la strada a nuovi orizzonti.

Una cosa poi a cui noi teniamo è quella di essere un faro di avanguardia per gli altri enti della Pubblica Amministrazione. A volte si è restii ad intraprendere nuovi percorsi di innovazione tecnologica che potrebbero sì portare a grandi migliorie nell’erogazione dei servizi ma che allo stesso tempo, come ogni attività di ricerca spinta, non garantiscono certezza del risultato e che in aggiunta richiedono competenze non facili da trovare. In INPS vogliamo dimostrare che invece sì, si può fare, e siamo ben lieti di condividere la nostra esperienza a supporto di tutti gli altri enti.

Le macchine intelligenti, ci dobbiamo preoccupare? Ci dobbiamo affidare a correttezza e deontologia di chi le sfrutta?

Io non sono preoccupato dalle macchine. La preoccupazione concreta che ho è invece un’altra: ossia non avere in Italia le competenze tecnologiche per gestire le evoluzioni in corso nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Come Paese saremmo, per l’ennesima volta, rilegati a consumatori passivi di soluzioni sviluppate in USA e Cina. Non possiamo più permettercelo: sia per le enormi ricadute economiche che porta seco la padronanza di queste tecnologie; sia per evitare il condizionamento da parte di attori stranieri.

In INPS noi abbiamo sviluppato in casa le nostre soluzioni di Intelligenza Artificiale, utilizzando il meglio delle tecnologie open source e prestando enorme attenzione al fatto che nessun bit di dati dei cittadini fosse in alcun modo condiviso fuori. Certo, sarebbe stato immensamente più facile affidarsi a servizi di compagnie esterne ad elevatissima sofisticazione tecnologica: questo però avrebbe creato nel tempo una pericolosa dipendenza difficile da risolvere, e soprattutto avrebbe permesso ad attori esterni di accedere ad informazioni sensibili riguardanti i cittadini.

Parafrasando Machiavelli, è l’Informatica il vero “instrumentum regni: il modo con cui al giorno d’oggi un Paese prevale su di un altro. Sarebbe folle rendersene conto solo quando, come adesso nel campo energetico, scoppia una crisi. Sarebbe troppo tardi.
A costo di sembrare una frase fatta, i #cittadini italiani si meritano il #meglio.

===

Qui sotto l’intervista come pubblicata nel mese di Ottobre 2022 su “Il Previdente”.

Iscriviti per ricevere aggiornamenti sui nuovi articoli

Condividi: