Cedalione sulle spalle del gigante Orione (dipinto di Nicolas Poussin)

Nella cultura popolare, Isaac Newton è celebre per la storia della mela: Newton dorme ai piedi di un albero, una mela gli cade in testa, e lui scopre il concetto di gravità. Una favoletta, ma una di quelle bugie bianche assai utili per aiutare la divulgazione della Scienza. È però per me un altro il motivo per cui mi capita di pensare a Newton.

Newton diede gran credito a Cartesio e altri grandi pensatori del passato: “Se ho visto oltre, è stato perché mi sono erto sulle spalle dei giganti“. Con questa frase Newton riassume uno dei principi fondamentali della Scienza e della Tecnologia: è basandosi su scoperte dei giganti prima di noi, che si possono spingere ulteriormente i confini dello scibile umano.

Mi sono spesso imbattuto in questo principio. Sono ormai molti anni che mi occupo di valute virtuali: un campo di frontiera, noto ai più per Bitcoin o Libra (la moneta proposta da Facebook). È entusiasmante perché si è tra i primi a percorrere percorsi mai esplorati, quasi come dei Magellano del XXI secolo; è allo stesso tempo a suo modo pauroso perché si cammina a tentoni in un oceano di nebbia. Da un punto di vista matematico e ingegneristico, la complessità di questa materia è così vasta che è impossibile da soli fare passi avanti concreti.

Ho avuto la fortuna di incontrare dei giganti, in più di un’occasione nella mia vita. Voglio raccontare due casi recenti, che hanno portato avanzamenti tecnologici d’avanguardia per la mia compagnia (Conio) nel campo delle valute virtuali.

Imprese a sostegno di Imprese

Due anni pensavo a un modo per salvare dati (equivalenti a soldi in questo settore) in modo sicuro, e allo stesso tempo poterli usare velocemente al bisogno. Per fare una metafora, un po’ come depositare oro in un bunker nucleare sotterraneo, e allo stesso tempo potervi accedere rapidamente con sicurezza se necessario. All’apparenza un controsenso logico, ma ci tenevo a capire se quello che avevo in mente fosse così irrealizzabile.

Parlandone con un mio amico (Luca Carettoni, esperto di sicurezza informatica che ringrazio) sono così venuto a conoscenza di Inverse Path. Una bellissima realtà italiana a Trieste, purtroppo poco conosciuta, acquisita da un colosso finlandese come F-Secure nel 2017. Il fondatore di Inverse Path, Andrea Barisani, e la sua squadra avevano creato un dispositivo portatile che permetteva proprio di salvare informazioni in maniera sicura e allo stesso tempo elaborarle. Bingo: era esattamente la base di partenza che cercavo. A quel punto siamo riusciti ad adeguare la componentistica di Inverse Path, creando un software specializzato che facesse leva sui loro punti di forza, e dando così vita alla soluzione che avevo in mente dall’inizio.

Sulle spalle di un gigante, le nebbie sono sparite.

In foto, uno dei dispositivi USB Armory di Inverse Path, specializzati per le esigenze di Conio. Dettagli tecnici qui, per chi fosse interessato.

Università a sostegno di Imprese

L’anno scorso stavo investigando una soluzione puramente software per poter proteggere dati segreti, e allo stesso tempo poterli recuperare in caso di emergenza. In generale, si tratta di problemi di per sé non nuovi, con applicazioni usate in ambito militare (specialmente americano) dagli anni ’90. Perché non introdurre quegli stessi principî anche in un ambito civile come le valute digitali?

La Storia tra l’altro è piena di esempi in cui progressi militari hanno portato sì grande devastazione, ma incredibilmente anche benefici alla società. Mi piace ricordare il De Bello Gallico: i ponti che Giulio Cesare costruì a tempo record sul Reno per attaccare i Germani diedero ulteriore impulso a perfezionare le tecnologie di costruzione delle infrastrutture romane. Oppure l’Uomo sulla Luna: senza la tecnologia delle V-2 di Wernher von Braun, ossia i razzi che la Germania nazista lanciava sui civili di Londra, la NASA sarebbe ancora un sogno.

Ho quindi contattato professori di crittografia in Italia, per poter capire come applicare il concetto di “threshold signatures” (firme a soglia) non più al lancio di missili nucleari, ma a qualcosa molto più utile all’Umanità.

A questo proposito riprendo il punto 11 dell’articolo sull’Innovazione con cui ho inaugurato questo blog:

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11) Dignità alla Ricerca Applicata​

L’università italiana dà un peso esagerato alla Ricerca di base o prettamente teorica. Per quanto affascinante, ha spesso ricadute minime sull’economia del Paese. La Ricerca applicata, quella che invece permetterebbe alle compagnie di trovare soluzioni a problemi pratici che affrontano ogni giorno, è invece spesso poco considerata nelle università. ​

In questa disparità di trattamento c’è sia una componente di fascino (accademici italiani purtroppo spesso percepiscono la teoria pura come l’unica ricerca degna) che di concretezza (la ricerca applicata richiede risultati, e questo può mettere in difficoltà ricercatori a cui non è mai stato prima chiesto un riscontro nel mondo reale).

Bisogna passare dal “ricercare” al “trovare“. I risultati sono e vanno apprezzati, così come progetti che permettano alle università di collaborare con imprese. Non si tratta di lavori di serie B, come invece sono stati spesso percepiti finora. Anzi, tutt’altro.

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Sono davvero contento di aver lavorato con il Dipartimento di Matematica dell’Università di Trento, in particolar modo con il Laboratorio di matematica industriale e crittografia del Prof. Massimiliano Sala.

Da un lato il loro inquadramento matematico alla soluzione che avevo in mente, dall’altro la nostra implementazione ingegneristica. Una collaborazione da manuale tra Università (che non solo “ricerca”, ma “trova”) e Impresa, che ha portato – e non ho timore a dirlo – a un balzo quantico nel settore della custodia delle valute digitali.

Difficile descrivere in parole l’emozione nel vedere quando queste formule …

… prendono vita in applicazioni nel palmo della tua mano:

Dettagli tecnici qui, per chi fosse interessato.

Per un’Italia di Giganti

Ho esordito con questa frase di Newton: “Se ho visto oltre, è stato perché mi sono erto sulle spalle dei giganti“. È una verità che come ho detto ho toccato più volte con mano, e spero davvero di averne altre occasioni.

Ma soprattutto mi auguro che questo articolo sia di sprone alle Imprese italiane nel guardare oltre, e alle Università italiane nel supportarle nello sviluppo industriale. Giganti sulle spalle di giganti: questo è quanto rende prospero un Paese. Non nani che si evitano a vicenda.

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