Il 24 Agosto 2016 è una data drammatica per l’Italia. È il giorno del terremoto che rase al suolo Amatrice e distrusse tanti borghi storici di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Lo sciame sismico continuò nei mesi seguenti. In totale, 303 vittime, 388 feriti, 41mila persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa.
Tra le case devastate, anche quella dei miei nonni materni e mio zio a Civitella del Tronto (Teramo). Nella tragedia, per puro miracolo, in questo caso solo danni a cose e non a persone. Ma la famiglia di mio zio costretta a lasciare il proprio paese di sempre.
Forza digitale
Un salto in avanti nel tempo. Esattamente un anno fa, il 4 Giugno 2022, nella Sala Consiliare della Provincia di Teramo fondavamo ./cogita. Eravamo io e altri 8 soci, quasi tutti ragazzi tra i 21 e i 25 anni, a mettere il primo mattone di una associazione non profit dedita alla formazione pratica nell’Informatica e alla creazione di professionalità tecnologiche moderne spendibili sul lavoro.
Ne ho già parlato in passato in questi miei due articoli:
- ./cogita : scatena il pensiero informatico (Giugno 2022)
- ./cogita decolla ? (Ottobre 2022)
Perché ho questo tema a cuore? Sono tanti, troppi, i giovani italiani che sono definiti “NEET”: ossia giovani che non studiano, non lavorano e non si potenziano con la formazione di nuove competenze.
Quanti ne sono? I dati Eurostat pubblicati settimana scorsa illustrano un quadro desolante: considerata la fascia di età 15-29 anni, si tratta del 17,7% dei ragazzi italiani e del 20,5% delle ragazze italiane. In totale, il 19% dei giovani italiani non studia, non lavora e non si forma professionalmente. Quasi il peggior risultato assoluto nell’Unione Europea.
Nei numeri è evidente una cosa: l’urlo soffocato di vite che galleggiano, in un’età in cui dovrebbero invece sprigionare il massimo della propria energia creativa.
«Non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi!» diceva Vittorio Emanuele II. Era vero all’alba della grande riscossa Risorgimentale. È ancora più vero ora che ci giochiamo il futuro dell’Italia.
./cogita è una piccola associazione non profit, ma l’abbiamo creata proprio con questo obiettivo: unire le nostre esperienze per formare i giovani e dare loro l’opportunità di accedere a lavori altamente qualificanti. Evolvere un presente alla Snorlax in un futuro alla Charizard.
Tra i fondatori di ./cogita ci sono ragazzi che ora lavorano come Data Engineer a Booking.com, come senior Product Manager a SIX (colosso svizzero su cui si basa la Borsa di Zurigo), come Direttore di Ingegneria nell’area robotica di Vorwerk o come Responsabili sviluppo software in startup americane.
Ragazzi del Mezzogiorno, con poco più di 20 anni, professionisti sempre più affermati nel settore informatico con stipendi a 6 cifre.
Questi ragazzi sono la prova che sì, si può far emergere il proprio talento in Italia, per giunta alla loro età. Ma purtroppo è assai difficile, quasi impossibile, mettere queste forze a sistema, vincere l’inerzia e decenni di fatalismo che permeano in generale lo spirito italiano.
NextAppennino e PNRR
Quasi impossibile. Non impossibile. L’Italia è un Paese in cui serve una maledetta emergenza per scatenare il meglio delle nostre energie. E molte volte da qui nascono risultati insperati.
Pochi giorni fa, il 1 Giugno 2023, ./cogita è risultata vincitrice di NextAppennino, il programma del Governo per il rilancio economico e sociale delle zone afflitte dai sismi del 2009 e 2016 e finanziato dal Fondo Complementare al PNRR.
Nello specifico, ./cogita si è classificata prima nella Misura B.2.3 di NextAppennino relativamente all’Abruzzo. Lo scopo è quello di “promuovere la nascita, il consolidamento e la crescita di iniziative imprenditoriali da parte di imprese sociali, cooperative di comunità ed enti del terzo settore per favorire interventi per l’inclusione, l’innovazione sociale e il rilancio abitativo“.
400mila euro di contributo statale, il massimo concedibile, a cui devono corrispondersi 100mila euro di contributi da privati.
Avendo vissuto nella mia terra e nella mia famiglia quel giorno, è davvero difficile per me spiegare a parole l’emozione che provo in questo momento. Non puoi controllare la forza devastante di un terremoto su di un territorio. Puoi però scatenare la forza di Volontà nel ricostruire, e in grande, quello stesso territorio.
Nella mia vita da imprenditore io ho raccolto decine di Milioni euro nel mondo privato. Ma questa volta è diverso: cifre molto più piccole come numeri, ma assai più intime nei fatti. Questi 400mila euro che l’Italia dà ora a ./cogita nascono dalle macerie di quel 24 Agosto 2016. È un grande onore, ma ancora di più una enorme responsabilità: agire in primissima linea per creare ricchezza là dove la natura l’ha tolta. Portare la propria esperienza per ricostruire il tessuto sociale di paesi che ancora oggi mostrano cicatrici evidenti di quei giorni.
Informatica per la ricostruzione
Il modo che noi di ./cogita conosciamo per farlo, e in maniera sostenibile per il futuro, è tramite una poderosa istruzione informatica.
Dove per Informatica non vuol dire “pazzïare” col computer, bensì creare col computer compagnie multi-milionarie ciascuna da migliaia di posti di lavoro.
Dove per Informatica vuol dire capire che sì, molti lavori di oggi saranno impattati dall’Intelligenza Artificiale, ma che allo stesso tempo si stanno ora aprendo praterie a chi ne domina la materia.
Dove per Informatica vuol dire creare servizi usati ovunque nel mondo, senza bisogno di lasciare il proprio paese. E iniziare ad invertire la diaspora da quei tanti bei borghi del Centro Italia come Civitella del Tronto che hanno subìto uno spopolamento devastante dopo il terremoto.
./cogita
I princìpî fondanti di ./cogita sono riassunti nello Statuto dell’associazione e nel suo Manifesto che riporto qui sotto:
- Imparare costruendo
Siamo fermamente convinti che il modo migliore per apprendere le basi dell’Informatica sia scrivere codice. Per questo promuoviamo un’istruzione incentrata sin dall’inizio sulla pratica. - Creare ricchezza
L’Informatica è oggi pilastro fondante di tutte le relazioni e le economie produttive e professionali. Per questo miriamo a diffondere sapere moderno che generi ricchezza culturale e monetaria, sia per gli studenti che per la comunità. - Volare alto
Gli studenti italiani hanno spesso un deficit nella percezione delle proprie capacità e si ritengono inadeguati quando si confrontano con i coetanei del resto del mondo. Per questo sosteniamo un metodo di insegnamento che coinvolga gli studenti nella risoluzione dei problemi e nell’affrontare le sfide. Vogliamo offrire possibilità concrete di realizzare a pieno il proprio potenziale a prescindere da condizione e luogo di origine, riattivando il funzionamento virtuoso di un ascensore sociale da troppo tempo fermo. - Abbattere i dinosauri
L’Italia ha perso troppi treni per una concezione arcaica del sapere. Per questo rifiutiamo il dogma dell’ipse dixit, e riteniamo lo spirito critico indispensabile per spingere le frontiere della conoscenza. - Aprirsi per evolvere
Le innovazioni sempre più veloci del mondo esterno possono fare paura e si finisce per chiudersi a riccio, perdendo competitività e diventando obsoleti in breve tempo. Noi invece crediamo nella potenza creativa della libera condivisione: riteniamo che il confronto in qualsiasi ambito e in qualsiasi sede, fisica o digitale, sia l’autostrada più veloce per la crescita. Siamo talmente convinti di ciò che siamo pronti a mettere in discussione questo stesso Manifesto. - Ribaltare la diaspora
Nella sua tragedia la pandemia ha reso però evidente un fatto: per molte attività non è indispensabile trasferirsi o recarsi quotidianamente nel luogo di lavoro. Per questo promuoviamo la cultura del lavoro a distanza. L’Informatica offre questa opportunità: permette di essere produttivi ovunque evitando lo sradicamento e in aggiunta incentiva il rientro di professionisti nel proprio territorio, mantenendo e alimentando così competenze attive in loco. - Costruire con le donne
Nonostante tra i nomi che hanno fatto la storia dell’Informatica ci siano pioniere come Ada Lovelace, esistono ancora oggi delle barriere sociali e culturali che rendono più difficile per le donne accedere a studi e professioni in questo ambito. Crediamo che tutti e tutte debbano avere la stessa opportunità di acquisire conoscenze informatiche per dare un contributo di innovazione al nostro Paese. - Superare il fallimento
La strada del progresso è lastricata di fallimenti. Allo stesso modo, non c’è crescita personale senza esperienza pratica. Per questo incoraggiamo senza timore le sperimentazioni in aree di avanguardia tecnologica. È certo che ci saranno molti fallimenti, ma senza di essi non si arriverà mai a grandi scoperte. - Alimentare il futuro dell’Italia
./cogita nasce dalla volontà di ragazzi che hanno voluto restituire alla nuova generazione la stessa opportunità di crescita che è stata data loro anni fa. “Pay it forward“, e con gli interessi, secondo i princìpî americani. Ci aspettiamo che questo spirito di riconoscenza si propaghi esponenzialmente negli anni, con gli studenti di oggi maestri del domani. Solo così si costruisce un futuro sostenibile per l’Italia. - Pensare per diventare
È spesso la mente l’ostacolo principale a cosa possiamo diventare. Per questo ./cogita è un invito a espandere i propri pensieri in libertà. Come? Non lasciando che si spengano in rimpianti di un futuro mai espresso.
Prossimi passi
Tra poco inizieremo l’implementazione del nostro piano progettuale e contiamo di allestire un’offerta formativa che crei professionalità moderne in ambito informatico.
Faremo per questo leva sulle enormi potenzialità fornite oggi dall’Intelligenza Artificiale per permettere di sviluppare software anche a chi ha poca esperienza tecnologica. Un approccio bottom-up, imparando partendo dalla pratica per poi potenziarla con la giusta teoria.
Sono tre le categorie su cui focalizzeremo maggiormente i corsi formativi:
- Giovani
- Come detto in precedenza, uno degli obiettivi di ./cogita è fornire un’opportunità di crescita professionale ai giovani, siano essi studenti, siano essi lavoratori, siano essi in cerca di evolvere le proprie vite
- Disabili
- Le nuove tecnologie sono un potente strumento di inclusione sociale: permettono alle persone con disabilità di abbattere le barriere tradizionali e di realizzare concretamente le proprie progettualità
- Imprese
- L’Informatica è sempre più alla base di ogni attività sociale, economica e industriale. Per un’azienda moderna è vitale che i propri dipendenti siano costantemente aggiornati e che riversino nell’azienda stessa il meglio delle competenze acquisite
Si tratta di un piano ambizioso di rilancio sociale, che si fonda su professionalità tecniche rare da trovare nel mondo. In questo momento cerchiamo varie figure, anche da remoto, tra cui:
- Docenti
- Direttore Operativo
- Esperti di contenuti digitali e social media
./cogita è una associazione non profit. Nonostante questo importante finanziamento statale, sarà difficile per noi arrivare a pagare le cifre di mercato che giustamente i professionisti di tecnologia esigono. C’è però una domanda che chiedo sempre loro: “preferisci lavorare per accumulare milioni di euro, o preferisci lavorare per aiutare milioni di tuoi connazionali?”.
Se ti animano i nostri stessi propositi, se ti riconosci in questo progetto e vuoi batterti in prima linea alla ricostruzione dell’Italia, contattaci a info@cogita.it. Sarà uno sforzo titanico. Ma sono certo di una cosa: raccontandolo un giorno ai tuoi figli, dirai orgoglioso: «Io c’era».
Bravo, niente da eccepire.
Resta un mistero come tu possa trovare tutta questa grinta. Io brucerei tutto con il lanciafiamme.