"Il tricolore sul K2" - La storica impresa italiana guidata da Ardito Desio su la Domenica del Corriere del 15 Agosto 1954

Il 2020 è stato un anno durissimo per tutti.

Il 2020 è però anche stato un anno di enormi notizie tecnologiche per l’Italia, che stan pian piano scuotendo il torpore da remota provincia dell’Impero.

E, in tema più leggero, il 2020 è stato anche un anno strano, visto che sono anche stato associato alla Ferragni come campione nazionale per i millennial…

Conio

Conio è la compagnia che ho co-fondato nel 2015 con Christian Miccoli per rendere semplice e accessibile a tutti la compravendita e gestione di cryptocurrency, in particolar modo Bitcoin.

Abbiamo concluso il 2020 con due grandi avvenimenti:

  • Banca Generali ha guidato un round di investimento in Conio di $14 Milioni, allo scopo anche di offrire servizi di cryptocurrency ai propri clienti integrando la soluzione tecnologica di Conio.
    • È una notizia che ha fatto il giro del mondo, ripresa da alcune delle maggiori testate internazionali e italiane.
    • È una notizia che rende onore ad anni di sviluppo e innovazione tecnologica costruita in Italia da ragazzi italiani. E ci tengo a ringraziare Banca Generali per la lungimiranza e la fiducia accordata.
    • È anche una notizia che abbatte anche uno dei più grandi limiti mentali italiani. Ossia, il pensare che l’Informatica sia un qualcosa da quattro spiccioli, relegata al “cuggino” (per dirla alla Elio) che fa siti web per hobby. Un po’ come paragonare la costruzione del Ponte di Messina a chi si diletta coi Lego. È questa involuzione culturale che ha contribuito al depauperamento dell’Italia: le 7 compagnie più grandi *in assoluto* nel mondo si occupano di tecnologie informatiche, e ben 5 di queste – Google, Amazon, Facebook, Alibaba e Tencent – sono nate negli ultimi 25 anni. Ditemi cosa è nato in Italia di significativo negli ultimi 25 anni. Ve lo dico io: nulla. Con rarissime eccezioni (ad esempio YOOX), è deserto totale. E poi ci si interroga anche sul perché della povertà crescente nel Paese.

Queste notizie sopra sono solo il coronamento di oltre 5 anni di lavoro a fari spenti, chiacchierando poco e lasciando che siano invece i risultati a parlare. E arrivano al termine di un anno, il 2020, professionalmente incredibile.

  • Luglio 2020. Partnership con Nexi, la più grande PayTech europea, per permettere alle banche dell’ecosistema di Nexi di poter accedere ai servizi di Conio.

Ma è soprattutto questa la notizia che mi inorgoglisce maggiormente, e non solo per il risultato tecnologico e commerciale :

Marzo 2020, Milano, nel pieno della pandemia. Forse il momento più tetro dalla fine della seconda Guerra Mondiale. E in queste condizioni essere riusciti a realizzare questa complessa prima mondiale, dando un segnale forte al mondo che l’Italia era invece viva, è un qualcosa che tengo davvero stretta al cuore. E ringrazio la squadra di Hype per averlo reso possibile.

Creare ricchezza è glorioso per il Paese

Chiamatemi idealista, ma ritengo che lo scopo principale di un’impresa *NON* sia quello di generare profitti. Certo, l’aspetto finanziario ha ovviamente la sua importanza: il lavoro di qualità va ben retribuito, gli stipendi vanno pagati, e va offerta ai dipendenti e azionisti una prospettiva a lungo termine. Cose impossibili in una compagnia sempre al limite nelle finanze.

Ma sono anche convinto che l’impatto più importante e duraturo di un’impresa stia nel generare ricchezza non solo per sé, ma per tutta la comunità. Ricchezza poi non solo monetaria, ma anche culturale e di princìpî.

Questa è l’etica alla base di Conio, e la sosteniamo in almeno tre modi:

  1. Formando ragazzi, sin dalle scuole superiori, a lavori di alta qualità e strategici per il Paese. Nel corso degli anni ne abbiamo assunti a decine, crescendo con noi: alcuni sono rimasti, alcuni hanno voluto esplorare il mondo universitario, alcuni sono poi tornati, alcuni hanno proseguito il loro percorso di crescita professionale in altre compagnie, alcuni hanno creato la loro compagnia.
    • Qualunque sia il loro percorso, sono orgoglioso che Conio abbia fatto emergere a pieno il loro talento, e siano cresciuti come grandi professionisti. Dovunque andranno, porteranno seco l’esperienza acquisita, e mi auguro possano espanderla contribuendo alla prosperità di realtà sempre più preziose per il Paese. Così è nata la Silicon Valley, anche se accadde in maniera non proprio amicale.
  1. Unendo le forze con l’Università italiana, e scaricando a terra innovazione tangibile.
  1. Scegliendo compagnie italiane, o con importante presenza di lavoratori italiani, per poter migliorare i nostri servizi e – allo stesso tempo – contribuire alla crescita dei nostri stessi partner. Alcuni esempi in questi anni:
    • Inverse Path, bella realtà italiana di Trieste fondata da Andrea Barisani, anche se purtroppo sconosciuta ai più (anche alla stampa di settore). Non è però stata per nulla ignorata da un colosso finlandese della sicurezza come F-Secure, che l’ha acquisita nel 2017. E sono felice del progetto che abbiamo portato avanti, integrando i loro dispositivi hardware all’interno della soluzione Conio.
    • Doyensec, compagnia di sicurezza informatica americano/polacca, co-fondata da Luca Carettoni e con vari dipendenti di alto spessore in Italia. Nel 2016 Conio è stato il primissimo cliente di Doyensec: da allora, Doyensec è progredita a tal punto da aver colto il forte interesse di colossi americani.
    • Sketchin, studio di UI/UX design in Svizzera, fondata da Luca Mascaro e con grandissima presenza di lavoratori italiani frontalieri in Canton Ticino. Con Sketchin, nel 2018 Conio ha vinto il prestigioso San Francisco Design Week Award come migliore app nel FinTech, a pari merito con Square Capital (del colosso Square di Jack Dorsey).
    • DuckMa, società di Brescia fondata da Matteo Gazzurelli, a cui ci affidammo per lavori sulle app iOS e Android. E che abbiamo poi referenziato a varie banche per rendere le proprie app mobile consone agli anni ’20.
    • AppQuality, compagnia di Milano fondata da Luca Manara, dedita al crowtesting di app mobile e applicativi software in generale. Davvero bravi, e sono felice che quest’anno abbiano chiuso un investimento di €3.5 Milioni.

E ci tengo molto a fare i complimenti a Jacopo Nardiello, fondatore e CEO di SIGHUP, per aver appena siglato un investimento di €14 Milioni. SIGHUP è una bellissima realtà di Milano che supporta aziende nella scelta e implementazione di soluzioni cloud. Anche in questo caso Conio è stato nel 2017 il primissimo cliente di SIGHUP (grazie poi per la stima Jacopo), ed è un’enorme soddisfazione vedere come da allora questa impresa sia cresciuta negli anni.

L’anno dell’Italia dei nuovi imprenditori

SIGHUP: €14 Milioni

AppQuality: €3,5 Milioni

Conio: $14 Milioni

Questi sono solo alcuni degli investimenti fatti nel 2020 in Italia verso compagnie di tecnologia informatica. Cifre ancora lontane da quelle di compagnie equivalenti in Regno Unito o Israele (non parliamo poi degli Stati Uniti), ma comunque finalmente interessanti, e che permettono alle nostre imprese di poter pensare fuori dall’orticello italiano.

Mi piace ricordarne anche altri investimenti ottenuti dalle compagnie di tecnologia italiana quest’anno.

  • Satispay, compagnia di Milano fondata da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta, e che a Novembre ha chiuso un investimento di €93 Milioni. Satispay è ormai molto nota per i suoi servizi di pagamento, che sono usati da 1.2 Milioni di persone. Sono due le notizie interessanti in questo caso:
    • Dimensione del round di investimento. Credo sia il più grande di sempre in Italia per una startup di tecnologia, specialmente nel FinTech.
    • Tipologia di investitori. Complimenti per essere riusciti ad attirare gli americani di Square (fondata da Jack Dorsey di Twitter, e gigante dei pagamenti) e i cinesi di Tencent (colosso noto non solo per WeChat Pay, ma anche per essere la più grande compagnia di gaming al mondo). Sono cose che fanno molto bene all’Italia, portando finalmente nel settore vere pratiche e aspettative internazionali.

L’anno del risveglio della Pubblica Amministrazione

Il 2020 è stato anche l’anno in cui la Pubblica Amministrazione si è finalmente aperta al Terzo Millennio. Nella sua tragedia, la pandemia ha creato l’esigenza urgente nel fornire servizi tecnologici degni del 2020.

Però inutile girarci intorno. È stato un disastro. Alcuni degli esempi più noti:

  • 3 Novembre 2020. I cittadini non riescono ad accedere al bonus mobilità promosso dal Ministero dell’Ambiente. Giustissima la collera di questo articolo di AgendaDigitale.eu: assurda la proliferazione di siti (brutti tra l’altro, come buonomobilita.it) per ogni nuovo servizio, e ancora più il disservizio di Poste Italiane con SPID che ha bloccato di fatto i cittadini.
  • 8 Dicembre 2020. Cashback del 10% sulla app IO. A differenza del sito aleatorio del bonus mobilità sopra, questo è invece un passo avanti: finalmente un po’ di razionalizzazione e accentramento dei servizi in un unico punto (ossia la app IO). Peccato che però non abbia funzionato per giorni. Io sono riuscito a collegare la prima carta di credito solo l’11 Dicembre, ossia 3 giorni dopo la data in cui il servizio sarebbe dovuto invece essere attivo.

Questo articolo dell’AGI riassume bene alcuni dei fallimenti tecnologici della Pubblica Amministrazione negli ultimi anni.

Io sono però positivo. Abituatosi anche grazie ai progressi delle imprese di tecnologia italiane di cui ho parlato prima, il cittadino e contribuente italiano non è più zitto e passivo. Anzi, comincia ad avere una giusta e sana rabbia nel pretendere servizi degni.

E sono ancora più positivo perché la Pubblica Amministrazione ha avvertito queste richieste, e i fiaschi tecnologici di quest’anno hanno fatto prendere piena coscienza del problema. La vera trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione non sarà per nulla facile, ma deve avvenire. Di forza, velocemente, a testa bassa.

La scalata alla vetta

In copertina a questo articolo ho messo un’immagine del 1954: quella con cui la Domenica del Corriere celebrò la conquista italiana del K2. La seconda cima al mondo dopo l’Everest, ma quella che gli alpinisti ritengono la più difficile in assoluto da raggiungere.

Pochi ormai la ricordano, ma fu una vera Impresa di organizzazione, coraggio e tenacia italiana, per di più con mezzi che oggi farebbero inorridire per la loro modestia. Eppure ci provammo già nel 1909 (!!!) col Duca degli Abruzzi, per poi finalmente riuscirci il 31 Luglio 1954.

Anche oggi come allora l’Italia ha purtroppo pochi mezzi, ma ha anche grandi persone. Per raggiungere la vetta non abbiamo l’equivalente degli aerei americani da cui paracadutarci. Per raggiungere la vetta non abbiamo l’equivalente dei ponti cinesi su cui passeggiare. Per raggiungere la vetta abbiamo solamente piccozze, ramponi e ossigeno. Ed è per questo che è assolutamente necessario un enorme lavoro di squadra, tra pubblico e privato, per sostenerci a vicenda senza invidie e scalare questa maledetta montagna.

Il 2021 sarà un anno decisivo per l’Italia. O raggiungiamo finalmente le vette mondiali della tecnologia, o finiamo davvero nel baratro. Io lavoro per la prima.

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