Ho ormai passato il traguardo dei 100 giorni in INPS. Uno dei periodi più intensi della mia vita professionale, ma anche uno di quelli più elettrizzanti. E, nello spirito della trasparenza (“glasnost” come diceva Mikhail Gorbaciov), reputo doveroso condividere le mie impressioni coi milioni di cittadini italiani che servo con questo lavoro.
NON TUTTI I GIORNI SONO UGUALI. Me ne resi conto in una fresca notte d’estate di 9 anni fa a San Francisco, quando mi svegliai confusamente all’ospedale. Commozione cerebrale e un ginocchio a pezzi. E quelle parole del medico: “Sospettiamo una lesione spinale”. Poche ore prima stavo felicemente tornando a casa in sella alla mia 883 e ora mi si diceva che rischiavo la paralisi. Poco importa che la colpa non fosse mia e che una macchina mi aveva travolto senza vedermi. La nuova realtà era che forse non avrei potuto più camminare.
Ho realizzato un sogno: ho finalmente l’onore di servire, concretamente, il mio Paese. Sono il nuovo Responsabile per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale all’INPS.
Il 2020 è però anche stato un anno di enormi notizie tecnologiche per l’Italia, che stan pian piano scuotendo il torpore da remota provincia dell’Impero.
Il 2 Ottobre 2020 è una data che gli storici leggeranno come spartiacque. È il giorno in cui la Banca Centrale Europea ha espresso formalmente il suo interesse per un Euro digitale, in questo rapporto di Christine Lagarde e Fabio Panetta.
Caro Luciano Capone, io né ti conosco né mi hai mai contattato, ma immagino tu sia una brava persona. Oggi ho visto che hai scritto su “Il Foglio” un articolo su Terminus, il sistema di voto che ho presentato di recente a una conferenza scientifica di settore.
Ti scrivo perché ho stima della professione del giornalista, e immaginavo che prima di pubblicare articoli fosse buona prassi chiedere direttamente alle fonti in modo da farsi un’idea più oggettiva. Sarò ingenuo, ma credo ancora nel giornalismo di qualità, e nello spessore di un giornale affermato come “Il Foglio”.
E, senza mancare di rispetto, spero possiamo darci del tu come d’uso in America e nell’antica Roma: odio forme basso medievali di cortesia quali il lei.
Sono pochi i grafici che in sé riescono a racchiudere tante informazioni. C’è quello celebre della campagna di Russia di Napoleone. Ma, nel suo piccolo, ce n’è un altro che tratta eloquentemente di un altro disastro nato anch’esso sotto grandi aspettative: ossia, il grafico sopra, che riguarda lo stipendio che un italiano si può attendere nel corso degli anni e lo paragona a quello di altri Paesi.
Nella sua semplicità, è brutale e istruttivo. E dedico questo lungo articolo a te, ragazza e ragazzo italiano di 18 anni, in modo che tu possa soppesare bene le scelte che stai per compiere e cosa esse comportino per il tuo futuro.
Orazio fu un grande poeta di Roma antica. Nella conclusione delle sue Odi, scrisse con orgoglio: «Exegi monumentum aere perennius» (“ho eretto [coi miei poemi] un monumento più duraturo del bronzo”). Aveva ragione: gli scritti di Orazio e le sue frasi (“carpe diem“) ci sono in qualche modo arrivate attraverso due millenni, mentre la stragrande maggioranza di statue in bronzo dell’antichità è andata persa. Distrutte dai barbari, fuse per recuperare materiali e fare armi, o semplicemente dimenticate.
Così come ai tempi finali di Roma antica, è triste osservare oggi il declino della cultura americana: quella cultura che un tempo era il faro del mondo libero. Ne avevo notato i sintomi da molto tempo, ma mai mi sarei immaginato un’accelerazione simile.
Ho fatto tante cose nella vita. Ho seguito i passi di mio nonno, dalla campagna abruzzese all’emigrazione in USA per minare (dati e Bitcoin per fortuna nel mio caso) e poi tornare. Ho studiato, lavorato, creato impresa. Tantissime soddisfazioni, professionali e monetarie. Ma è un nulla assoluto rispetto alla gioia che provo nell’indirizzare i ragazzi di oggi a scelte giuste, seguire con gli anni la loro crescita, vederli contenti e con una bella dose di grinta in più. Lo faccio in almeno due modi: in Italia creando lavoro moderno, e in Abruzzo insegnando e col Premio Di Nicola.